Il fiume Idro dà il nome alla zona che si estende dal centro di Otranto verso ovest. Il ruscello otrantino scende verso il mare da Monte S. Angelo, il quale ospita una grotta bizantina dedicata a S. Angelo. Il paesaggio si presenta ricco di colture e di una vegetazione rigogliosa, perfetto per lunghe passeggiate. I terreni della zona sono molto fertili e i contadini vi coltivano alberi da frutto, ortaggi e verdure di ogni tipo.
Ciò è anche reso possibile dalla presenza di pozzi. "Ci sono molte sorgenti e fonti di acqua purissima che scorrono tra le piante di alloro e di agrumi e, cosa rara in questa regione, si trovano molti pozzi di profondità tanto modesta che puoi attingere l'acqua con una mano", scriveva il Galateo nel XVI secolo. Il fenomeno rupestre è molto evidente anche qui, come nella Valle delle Memorie. Se si considera, poi, che una volta la Valle dell'Idro giungeva fino alla zona degli Alimini, in passato paludosa, si può affermare che esisteva già in epoca precedente all'impaludamento, che, con molta probabilità, risale agli anni successivi al sacco di Otranto del 1480.
Nel sito si possono scorgere diverse grotte di varia grandezza e forma. "Il percorso del fiume Idro o Canale di Carlo Magno possiamo definirlo l'itinerario della civiltà rupestre", scrive Antonio Costantini. Soprattutto tre gruppi di grotte colpiscono l'attenzione dei visitatori. Il primo gruppo si trova all'ingresso della vallata, sul lato sinistro, ed è formato da una sequenza di grotticelle. Alcune di esse sono composte da due vani, uno più grande all'entrata e un altro più piccolo nella parte posteriore. In tutti gli antri si notano delle iscrizioni greche, delle nicchie a ripiano e, nella zona prospiciente, una cisterna. Nel secondo gruppo, sito alle pendici di Monte Lauro Vecchio, le grotte si presentano a diversi livelli. La planimetria è costituita da un vano più grande rispetto agli altri, una nicchia e altre tre a ripiano.
Si notano, altresì, dei graffiti sulle pareti che raffigurano croci latine, mani, guerrieri turchi, velieri. Il terzo gruppo si trova alle pendici di Monte S. Angelo. Trattasi di un vero e proprio villaggio rupestre comprendente stalle, abitazioni e luoghi di culto.
Molto interessante è la Grotta di sant'Angelo, chiamata così per via dell'immagine presente nel vestibolo rettangolare dell'antro che vede ritratto l'Arcangelo Michele. Nei tempi antichi, le pareti del sito erano interamente affrescate, ma oggi rimane ben poco da vedere.
"La pianta di questa chiesa-cripta presenta un Naos e un Bema separati da un iconostasi litoide a tre fornici", ci dice il Costantini. Purtroppo, tale luogo versa oggi in uno stato di abbandono, tuttavia non ha perso il suo fascino originario. Nei pressi della Masseria S. Barbara, lungo la fiancata nord della valle, sul Monte Piccioniere, si può notare un tratto di muro megalitico sul quale sono ancora visibili alcune incisioni che riproducono imbarcazioni diverse. Si può fare ritorno a Otranto attraverso la Statale 16.
Nessun commento:
Posta un commento