giovedì 9 dicembre 2010

Nardò Portoselvaggio

Il nostro viaggio di oggi si sposta verso Nardò, raggiungibile da Lecce attraverso la strada statale 101 o dall'interno con l'attraversamento di Galatone. Prima però ci fermiamo a Galatone dove senza dubbio il monumento più interessante è la Chiesa del SS. Crocifisso (1621-1675), crollata nel 1687 e ricostruita da Fra' Niccolò da Lequile. Altri monumenti da visitare sono: la Chiesa di S. Sebastiano, cinquecentesca, col portale retto da due leoni stilofori (ormai deteriorati); all'interno altari particolarmente articolati (XVIII sec.). Attiguo alla citata chiesa l'ex Convento dei Domenicani, attualmente Municipio. Nel Palazzo principesco fu impiantato, verso il 1845, il primo stabilimento oleario della provincia di Lecce. Nardò oltre ad essere una frequentata località balneare è anche, con i suoi 30 000 abitanti il più popoloso centro del Salento, dopo Lecce. Città agricola e commerciale, di origine messapica, rimase per molti secoli sotto la dominazione bizantina. Di particolare bellezza è: la cattedrale (risalente al 1100) con i suoi affreschi del '300 e del '400 e delle tele del Sanfelice con l'abside dipinta dal Maccari; e la chiesa barocca di San Giuseppe e di San Domenico del XVI sec., restaurate nel '700. Nei pressi di piazza della Repubblica da visitare l'Osanna, una singolare costruzione a edicola, in pietra sostenuta da otto colonna, eretta nel 1603, con incerte funzioni (simboliche e celebrative ). Sulla strada litoranea Porto Cesareo - Gallipoli a circa 2 Km da S.Isidoro si trova lo specchio d'acqua denominato "Palude del Capitano, creatasi nel tempo a causa dell'erosione causata dagli agenti atmosferici che hanno formato una vasta cavità sotterranea la cui volta è in seguito crollata originando così questa depressione occupata da uno specchio d'acqua salmastra, alimentato da risorgive interne e in comunicazione con il mare attraverso una rete di canali sotterranei. La laguna ricca di cefali e anguille è caratterizzata da acque incredibilmente trasparenti. Ci spostiamo ora sulla strada litoranea Porto Cesareo - Gallipoli dove si incontra Portoselvaggio. Qui si trova la Torre dell'Alto, una delle più poderose fortificazioni aragonesi costruite a difesa della costa salentina e da cui si può ammirare la costa fino a Gallipoli, con i centri balneari di S.Caterina, S.Maria al Bagno e Lido Conchiglie, il seno di Portoselvaggio, la Piana della Lea ela Torre di Uluzzo.
 
 Portoselvaggio è anche un Parco Naturale anche se però non ospita una fauna molto varia. Tutta la costa di Portoselvaggio, dalla Grotta del Capelvenere alla Baia di Uluzzo, come risulta dalle campagne di scavo di insigni studiosi, è un grande giacimento paleolitico. La Grotta del Cavallo, o della Giumenta, è nota a livello internazionale poiché il deposito di circa otto metri, che la riempie, ha fornito manufatti del periodo Paleolitico medio (fino a 40.000 anni fa) tra i più interessanti in Puglia, tra i quali grattatoi e bulini (manufatti in pietra), resti di grandi mammiferi (rinoceronti, cervidi, bovidi, equidi) e gusci di molluschi marini e terrestri, segno questo di un'evoluzione dell'uomo preistorico da cacciatore a raccoglitore. Lungo la strada litoranea che collega Portoselvaggio a Lido Conchiglie in direzione sud si estende la "Montagna Spaccata" un promontorio roccioso a picco sul mare tagliato dalla strada litoranea. A poche decine di metri dalla Montagna Spaccata, si può notare la Torre dell'Alto Lido (71 metri s.l.m.), da cui si abbraccia con la vista tutto il tratto costiero dal Parco di Porto Selvaggio a Gallipoli. Dopo l'abitato di Lido Conchiglie, si scorge la lunga distesa sabbiosa de "Li Chiani", che arriva fino alla successiva Torre Sabea. Non lontano da questa zona sono stati rinvenuti manufatti in selce, ceramiche e ossidiane, che indicano la frequentazione della zona fin dal periodo Neolitico. Sempre sulla litoranea si scorge l'austera sagoma delle Quattro Colonne ruderi di una costruzione seicentesca chiamata anticamente Torre del Fiume, che si differenzia dalla altre torri di avvistamento presenti sulla costa salentina per assumere i caratteri di una fortezza vera e propria. Continuando in direzione nord lungo la litoranea si giunge a Porto Cesareo che negli ultimi decenni ha visto aumentare la propria notorietà, soprattutto da quando il boom turistico ha scoperto e valorizzato le varie spiagge del litorale di competenza comunale, riparate dai venti e lambite dal mare eccezionalmente trasparente dove si trova l'Isola Grande, detta anche Isola dei Conigli, situata a meno di 1 Km dalla terraferma, e divisa da questa da un braccio di mare che ha una profondità massima di 1,3 m. In questo piccolo lembo di territorio, battuto dai venti e dalle onde, sono presenti circa 200 specie vegetali, studiate da ricercatori di tutto il mondo. Da Porto Cesareo addentrandoci nella zona interna in direzione Lecce arriviamo a Copertino, nota soprattutto per il suo castello ( eretto nel 1540), con un sontuoso portale rinascimentale tra i meglio conservati del Salento. Il paese che sorse al tempo dell'invasione saracena, conserva una bella Chiesa Collegiata del 1088, oltre al cinquecentesco Monumento al Chiromante, Santuario di San Giuseppe da Copertino e al Santuario della Madonna della Grottella. Di fronte al santuario omonimo c'è la vecchia casa di San Giuseppe da Copertino, protettore degli aviatori e degli studenti.

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