giovedì 9 dicembre 2010

Salento e Notte della Taranta


Salento, 22-30 agosto 2010
Campo Base: Masseria Bosco di Makyva. Isolata e introvabile dal navigatore è una masseria sperduta negli oliveti di Borgagne. Prezzo forse eccessivo per camere e servizio minimal. Piscina a disposizione dei clienti e ampio parcheggio. Colazione a buffet con una discreta scelta. Bevande calde (caffè e cappuccino) da pagare a parte (con l’esclusione del the che ci si può preparare da soli). Per comodità di orario di arrivo ceniamo al ristorante la prima sera ma siamo un po’ delusi dal menù offerto (discreta una melanzana alla parmigiana assolutamente poco pugliese, polpettine di carne industriali e discreto puré di patate, dolce semifreddo del supermercato). Approfittiamo del bar e ci facciamo un dopocena con mirto home made e amaro di puglia niente male.
Giorno 1
Mare
Spiaggia Lido degli angeli, Nord di Porto Cesareo
Mare meraviglioso, acqua cristallina, spiaggia sia libera che attrezzata, un po’ stretta il che la rende affollata anche con relativamente poca gente. Raggiungiamo la riva da Punta Grossa. Il bar più vicino non è accessibile se non si è clienti del villaggio che vi si trova (serve una tessera che hanno solo i clienti per fare acquisti, i soldi non sono accettati). C’è un simpatico chioschetto di limonate e simili che per fortuna ha soccorso la nostra sete. Più lontano forse altri servizi che non abbiamo comunque utilizzato.
Visita a Gallipoli
 Cittadina carina. Il centro storico si sviluppa su un’isola collegata comunque alla terraferma dove si trova la città più moderna (osceno ecomostro un palazzo vetrocemento che domina il paesaggio cittadino). Prendiamo un panino e una birra al Cafè del Mar, bar in posizione meravigliosa sulla muraglia vicino al porto (Via Nazzario Sauro). Costo: 11 euro a testa (un po’ caro ma la posizione incantevole vale il prezzo). Nelle viuzze molti negozietti da turisti. Tanti i locali sul lungomare in posizione splendida per un aperitivo o una cena. Interessante la cattedrale.
Cena
Visita a Lecce per la Festa del Patrono con moltissime bancarelle e ottimi croccanti preparati estemporaneamente nei chioschi dei dolci. Bellissime le luminarie soprattutto in piazza Sant’Oronso. Cena all’Osteria Mamma Lupa con ottimi piatti di carne alla brace con contorni di verdure varie accompagnati da pane abbrustolito bagnate on un filo d’olio locale. Prezzo ottimo in rapporto alla qualità (anche del servizio incredibilmente rapido): circa 25 euro a testa (compreso un antipasto, vino, acqua caffè e ammazzacaffe).
Giorno 2
Visita alla Grotta Zinzulusa nei pressi di Castro Marina sulla riviera adriatica. La grotta è molto bella con formazioni calcaree anche molto antiche ma la visita è piuttosto breve (circa 20 minuti). Abbiniamo anche un breve tour in barca alla Grotta Azzurra e alla Grotta Palombara, due cavità molto meno ampie ella Grotta Zinzulusa raggiungibili solo dal mare e visitabili in 15-20 minuti. La visita nel complesso costa 10 euro (1 di parcheggio, 4 per la grotta Zinzulusa e 5 per la barca) e merita il tempo impiegato per raggiungerla.
Mare
Scegliamo oggi la riviera adriatica e in particolare la spiaggia di Frassanito a nord di Otranto. Spiaggia stretta di sabbia molto fine con ciottoli più o meno sparsi e in alcuni tratti con un pavimento di scoglio per guadagnare il mare comunque splendido e cristallino. Un po’ ventosa e infatti frequentata da amanti del surf in tutte le sue varianti (wind e kite soprattutto). Circondata da Pinete invase dai campeggiatori è comunque da consigliare
Tappa pomeridiana ad Otranto per una breve visita. Mangiamo dei buoni rustici (salati di pasta sfoglia con ripieno di mozzarella, pomodoro e besciamella) innaffiati con birra in bottiglia per circa 5 euro nella gelateria/pasticceria caffetteria Martinucci. Buoni ma la velocità del servizio è assimilabile a quella di un bradipo morto. Nonostante questo decidiamo di tornare anche per un aperitivo visto che avevamo prenotato la cena ad Otranto. Le cose cambiano notevolmente per la velocità del servizio: per 7 euro prendiamo un cocktail alcolico e ci portano un piatto abbondante di stuzzichini salati a testa. In definitiva da raccomandare per un aperitivo.
La cena comincia male. Non riusciamo a trovare il ristorante prenotato e, poiché si era fatto un po’ tardi, decidiamo di andare a naso. Sono molti i ristorantini della città vecchia ma nell’ora di punta veniamo poco educatamente ignorati al primo tentativo “Ai Bastioni” che fanno accomodare gente arrivata dopo di noi. Abbandoniamo la fila e scegliamo “Il Corsaro” in una delle mille viuzze della città. Ci accolgono con una gentilezza estrema il che ci predispone bene. Portano rapidamente le bevande ma ci fanno aspettare 45 minuti per un piatto di pasta con frutti di mare e una frittura di totani. Prezzo circa 28 euro a testa. Qualità: senza infamia e senza lode (un ristorante da turisti). L’idea che ci siamo fatti è che comunque sia abbondantemente nella media di quello che offre Otranto vecchia (ovvero un ristorante vale più o meno l’altro).
Il centro storico di Otranto è meraviglioso: una cittadella di sapore medio-orientale molto pulita e molto ben tenuta (almeno in confronto a Gallipoli), vivissima grazie a diversi spettacoli (musicisti, artisti di strada, burattini) e superaffollata dai turisti con terrazze che regalano vedute meravigliose del mare e della città. Consigliatissima!
Giorno 3
Mare
Partiamo presto alla volta di Santa Maria di Leuca. L’idea è di prendere una barca per esplorare le numerose grotte marine nei dintorni dell’estrema punta orientale della Puglia e del Paese. Ci affidiamo all’agenzia Quirino: ce ne sono diverse ma praticamente sono una cooperativa che offre le stesse cose agli stessi prezzi: 15 euro per un tour di un’ora e mezzo della costa adriatica che viene effettuato solo al mattino e 15 euro per un tour della costa ionica disponibile solo per il pomeriggio. Il tour comprende mezz’ora a disposizione per un bagno presso la grotta del Soffio (Adriatico) e la grotta degli Innamorati (Ionio). Scegliamo di farle entrambe. Il primo tour parte alle 11 e 30 e finisce alle 13. Il secondo comincia alle 14 e 30 e finisce alle 16. Nella pausa tra le due è possibile mangiare qualcosa in uno dei numerosi bar/ristoranti sul Mare. Entrambe le escursioni sono consigliatissime principalmente per fare il bagno in due zone di mare fantastiche e altrimenti difficilmente accessibili. La pausa pranzo la facciamo al Nautilus sul lungomare dove prendiamo la “puccia”, tipica schiacciata variamente farcita (molto buona), con una bibita e caffè per circa 9 euro a testa. Nota: il lungomare di Santa Maria di Leuca è completamente assolato e affrontarlo con il caldo delle ore centrali del giorno non è impresa facile: gli scheletri dei temerari che l’hanno affrontato senza un cappellino o una scorta d’acqua, simili a quelli di bovini deceduti in circostanze analoghe nella Valle della Morte, fanno mostra di sei ai lati del marciapiede della Passeggiata.
La sera cena prenotata a “L’Uliveto” ad Otranto, secondo i consigli della guida. Il ristorante è in realtà un bell’agriturismo sulla statale 16 che va da Otranto a Maglie, poco fuori dalla città e facilmente individuabile dalla strada. Il posto ci piace subito e ci viene in mente che avremmo potuto alloggiare qui invece che a Borgagne, anche considerando solo la posizione che consente di raggiungere facilmente i principali centri del Salento. Ci servono piatti della cucina salentina, un bel tagliere di formaggi misti, pasta con le cime di rapa, e una grigliata mista con vino della casa e un ammazzacaffè fatto con l’alloro (un limoncello d’alloro, una specie di “Allorello”) dal gusto particolare ma ottimo come digestivo. Prezzo: 20 euro a testa. Da segnalare che per chi vuole è disponibile un minischermo da sistemare sulla tavola sul quale passano cartoni animati per tenere buoni i bambini piccoli. Ne vediamo 3 in altrettanti tavoli e i bambini sono come ipnotizzati e trangugiano senza protestare qualsiasi cosa la mamma porti alla loro bocca. Discutibile da un punto di vista etico? Non lo sappiamo: certo consente ai genitori di godersi il pasto e ai clienti degli altri tavoli che non amano i bambini particolarmente esuberanti di non essere infastiditi da capricci e piagnistei.
Giorno 4
Mare
Decidiamo di tornare sulla costa ionica. In particolare un conoscente ci ha segnalato Lido Pizzo nei pressi di Tor di Pizzo a sud di Gallipoli, nell’area compresa dalla riserva naturale. Seguendo le indicazioni arriviamo ad un crocevia che ci obbliga a parcheggiare dal momento che una strada entra in un campeggio e l’altra va verso una proprietà privata. In 5 minuti a piedi raggiungiamo il mare che, ahinoi, è caratterizzato da uno scoglio tagliente. Pochissime persone. Il mare è ovviamente bellissimo e decidiamo di fare almeno un tuffo ed un minimo di snorkeling. La scelta comporta per me una lacerazione superficiale del piede. Decidiamo ti trasferirci da un’altra parte dove ci sia spiaggia. Per gli amanti dello scoglio che volessero provare comunque Lido Pizzo (e comunque tutta la zona della riserva ha queste caratteristiche, fatta salva la zona di Baia Verde vicino Gallipoli che però è affollatissima) raccomandiamo attrezzatura adeguata (lettini e sdraio, scarpe da scoglio)
La meta successiva è la consigliatissima “Maldive del Salento” una spiaggia che si trova a Marina di Pescoluse, vicino a Santa Maria di Leuca. La spiaggia è bellissima e affollata soprattutto di giovani. Il parcheggio costa 3 euro al giorno e, poiché situato in una zona che comporta per le auto il ricoprirsi di polvere, è dotato di una piccola doccia per le vetture in uscita che consente una pulizia dell’auto sommaria ma apprezzata da tutti. La spiaggia è sia libera che attrezzata ma anche per chi decide per la spiaggia libera ci sono docce e fontanelle a pagamento per lavarsi all’uscita. Il Bar offre diverse cose ed è superaffollato nelle ore di punta. Io ho particolarmente apprezzato dei piatti di frutta (solo anguria o miste) che con pochi euro, levano fame e sete. Comunque sono disponibili panini e primi piatti. Il mare è molto bello ed il soprannome azzeccato (sempre che uno non abbia visto le vere Maldive).
Serata ad Otranto con cena prenotata a “Lo Scoglio” sempre consigliato dalla nostra guida. Il ristorante è situato nei pressi del porto ed è piuttosto informale. All’interno due sale abbastanza grandi a cielo aperto, posizionate sotto un pergolato. Piatti difettati molto retrò sono in realtà testimonianza di esperienza di lungo corso. E infatti nel menù si trovano specialità salentine e di mare che si rivelano piuttosto buone. Abbondante antipasto di mare misto, un primo di scoglio, una grigliata mista di pesce e un polpo “in pignatta” con vino della casa e amaro per tre ci costano meno di 25 euro a testa. Consigliato.
Giorno 5
Mare
La spiaggia scelta oggi è Torre dell’Orso vicinissima al nostro campo base. La scegliamo perché molto gettonata e perché la sua vicinanza ci consente di programmare un rientro precoce per poi raggiungere alla sera Melpignano dove ci attende il concerto finale della Pizzica nella “Notte della Taranta”. La baia di torre dell’orso è un ampio ferro di cavallo racchiuso in due ali di costa rocciosa alta bianca, con una lunga spiaggia di sabbia bianca e un mare cristallino. Molto frequentata, soprattutto da giovani, è ormai quasi interamante occupata da stabilimenti balneari e ci è concesso solo qualche scampolo di spiaggia libera. L’attrazione principale sono due scogli (le due sorelle), vagamente ricordanti i faraglioni, che tutta la spiaggia fotografa. Non sappiamo se siamo incappati in una giornata particolarmente afosa (o se la baia sia eccessivamente riparata) ma,nonostante il vento, siamo costretti a numerosi bagni che per fortuna non sono spiacevoli. Nel primo pomeriggio prendiamo un gelato in uno dei bar degli stabilimenti e poi rientriamo per prepararci alla serata. Vogliamo arrivare presto perché sono attesi molti partecipanti.
Cena
Avevamo prenotato con 10 giorni di anticipo (per essere sicuri che le migliaia di persone attese a Melpignano per la notte della taranta non intasassero tutti i ristoranti) presso il ristorante Borgo Convento. Dopo una breve visita alle mille bancarelle sparse per le vie di un paese che rimane probabilmente semi-deserto per 364 giorni l’anno, nella quale ci rendiamo conto che comunque non saremmo rimasti senza mangiare (panini di tutti i tipi, arrosti, kebab, porchetta, patatine etc.), arriviamo al ristorante per le 20. Ci accoglie il giovanissimo proprietario che si ricordava bene di chi aveva prenotato con un così largo anticipo da Pisa. Il ristorante è un gioiello dal punto di vista scenografico, collocato in un ex-covento con tavoli apparecchiati in un giardino di olivi protetto da alte mura dalla folla che intanto stava accalcandosi all’esterno. Anche il cibo è buono: antipasto misto abbondante per tutti e un piatto di ravioli preparati con funghi porcini, speck. Pomodoro e rucola (non molto salentino per la verità). Acqua, vino, un dolce e ammazzacaffè per circa 33 euro. Usciamo soddisfattissimi e andiamo al concerto
La notte della taranta
Premessa: il commento alla serata potrebbe dare fastidio ad alcuni e quindi ci teniamo a dire che noi siamo andati a vedere questo spettacolo con l’occhio del turista avido di folklore. Altri che vanno con altri obiettivi potrebbero dissentire.
Cosa va: Lo spettacolo inizia alle 10. La musica è veramente straordinaria oltre ogni nostra più rosea aspettativa. Ed è meraviglioso vedere soprattutto le ragazze che ballano con ampie gonne e foulard in mezzo alla folla. In alcune piazzette del paese sono montati dei maxischermi per consentire la visione a tutti (100.000 persone titolavano i giornali del giorno dopo) ma il sonoro nella piazza del palco, arricchita dalla scenografia naturale del paese con una bellissima chiesa illuminata di fianco, non lasciano alternative al mischiarsi alla folla assiepata. Moltissimi negozietti (spesso gestiti da negozianti improvvisati senza licenza) offrono bibite di vario ordine e grado e tra la folla passano ombrelloni illuminati montati su carrettini che trasportano bevande. Sul palco si susseguono i vari gruppi, tutti straordinari, e la regia che descrive quello che accade sul palco sui maxischermi è notevole. Il servizio d’ordine non è imponente ma ci è sembrato adeguato.
Cosa non va: Molti sono lì non per ascoltare la musica e godere l’ebbrezza della danza ma semplicemente per stordirsi con alcool e droghe. Lentamente l’ambiente si trasforma in un mega rave nel quale lo spettacolo della musica e della danza degrada verso quello della gente ubriaca che si accascia in preda alle nausee. Il problema è che il fenomeno si aggrava di anno in anno ed è possibile che si arrivi ad un punto di non ritorno nel quale non ci sia più spazio tra gli spalti per gente come noi.
Torniamo alla base soddisfatti e consigliamo comunque una capatina al concerto a chiunque sia da quelle parti in questo periodo.
Consiglio: non fate come noi. Non andate al concerto con scarpe aperte o infradito perché rischiate di affondate i piedi nella spazzatura che si accumula sul terreno. Inoltre, se vi va di ballare, sono più comode.
Giorno 6
Mare
Giornata che vorremmo dedicare al mare. Tentativo iniziale a San Cataldo che la guida presenta come la spiaggia dei leccesi sulla costa adriatica. Il mare è moderatamente mosso e il vento solleva la sabbia che ci graffia la pelle in modo tanto fastidioso che decidiamo di spostarci sulla costa ionica, sperando che li il vento sia meno intenso. Per la cronaca in questa zona né la spiaggia né il mare erano particolarmente belli rispetto ad altre zone visitate. Puntiamo verso Porto Cesareo con l’intenzione di cercare un lido andando nella zona sud che arriva fino a Gallipoli. Troviamo solo zone di scoglio tagliente che non ci attirano per niente. Arrivati a Gallipoli ci prendiamo qualcosa da mangiare nello stesso localino sul mare che avevamo già provato durante la prima visita della città. Dopo esserci rifocillati con un panino riprendiamo la via della nostra Masseria isolata. Il vento è talmente forte anche qui che la piscina ci sembra l’unica soluzione per trovare un po’ di pace.
Cena
Andiamo a Lecce senza una previsione specifica di dove mangeremo. La città è più tranquilla dopo i tre giorni di feste patronali. Tra i numerosi ristoranti scegliamo una pizzeria ibridata con uno Scottish pub che si chiama William Wallace con molto spazio all’aperto. Ci portano un antipasto di fritture particolare (arancini, olive ascolane, crocchette varie..) che è molto gradito. Anche la Pizza è buona e la scelta di Birre non è male. Scopriremo in seguito consultando internet che è un pub storico di Lecce e che gli interni (che non abbiamo visto) sono arredati con armi e armature medievali. Giretto in centro e poi rientro alla baseGiorno 7
Partenza
Salutiamo la nostra Masseria isolata a metà mattina e passiamo l’ora di pranzo a Lecce per visitare la città di giorno (non lo avevamo ancora fatto). Compriamo gli ultimi regalini e poi ci dirigiamo all’aereoporto di Brinidisi. Consigliamo a tutti coloro che voglio riportare la macchina noleggiata con il pieno di fermarsi al distributore che si trova sulla superstrada poco prima dell’uscita per l’aereoporto o dovrete girare un po’ per trovarne uno utile.
Bellissima Vacanza per chi vuole immergersi in un mare favoloso abbinato ad escursioni che permettono di godere di bellezze naturalistiche, arte e folklore.

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