martedì 7 dicembre 2010

Concattedrale di Sant'Agata Gallipoli

La Concattedrale di Gallipoli, dedicata a Sant'Agata patrona della diocesi, è una chiesa barocca del XVII secolo, riedificata in sostituzione dell'antica chiesa romanica intitolata a San Giovanni Crisostomo. Si trova al centro e nel punto più alto dell'isola, sito probabilmente destinato ad area sacra sin dall'antichità. Per l'opera furono chiamati i costruttori locali Francesco Bischettimi e Scipione Lachibari, i quali seguirono il disegno dell'intera fabbrica realizzato da Giovan Bernandino Genuino.

Prospetto

Il prospetto, in carparo, è diviso in due ordini. Il primo si presenta scandito da lesene-paraste scanalate di ordine dorico intervallate dai portali di accesso alle navate e dalle nicchie contenenti le statue di Sant'Agata, di San Fausto e di San Sebastiano. Il secondo, per cui furono adottate soluzioni fornite dall'architetto leccese Giuseppe Zimbalo, ospita, in corrispondenza delle due nicchie presenti nel piano inferiore, altrettante nicchie, inquadrate da decorate cornici leggermente timpanate, in cui trovano sistemazione le statue di Santa Marina, a sinistra, e di Santa Teresa d'Avila, a destra.

 
Dettaglio del prospetto
 
Fra le due paraste ioniche si apre un grande finestrone a nido d'ape mentre sui riccioli delle volute di raccordo sono impostati i busti dei Santi Agostino e Giovanni Crisostomo. Il prospetto culmina con un frontone su cui è posta la data 1696, anno in cui venne completato.

Interno

L'interno, a pianta a croce latina, si compone di tre navate separate da dodici colonne doriche. A rendere solenne la struttura è la presenza di dodici altari barocchi così distribuiti: cinque nella navata sinistra (Sant'Isidoro, San Francesco di Paola, Epifania o Adorazione dei Magi, Madonna della Grazie, Sant'Agata), cinque nella navata destra (San Sebastiano, Immacolata Concezione, Anime del Purgatorio, Assunta, Incoronazione di Maria) e due nel transetto (Madonna del Soccorso, Santissimo Sacramento).
La pittura è l'indiscussa protagonista. Le tele conservate nella concattedrale ne fanno una vera e propria pinacoteca. La decorazione si deve in massima parte al pittore gallipolino Giovanni Andrea Coppola. Questi, dopo aver adattato ad uno dei nuovi altari il dipinto di Gian Domenico Catalano, raffigurante la Madonna col bambino tra Sant'Andrea e San Giovanni Battista (IV altare a sinistra), inserendolo in un'ampia cornice con storie dei Santi, dipinse sei grandi pale d'altare: Il miracolo di San Francesco di Paola (II altare a sinistra), l'Adorazione dei Magi (III altare a sinistra), le Anime del Purgatoro (III altare a destra), l'Assunzione della Vergine (II altare a destra), il Martirio di Santa Agata (nel braccio sinistro del transetto) e San Giorgio (nel braccio destro del transetto).

Tela del Martirio di Sant'Agata sul soffitto ligneo
 
Nel XVIII secolo la cattedrale, grazie alla volontà del nuovo vescovo, il napoletano Oronzo Filomarino, fu oggetto di trasformazioni che ne completarono l'arredo interno in chiave barocca. Il Filomarini volle a Gallipoli Nicola Malinconico, valente pittore napoletano, divulgatore delle ampie scenografie giordanesche. A lui si devono la grande tela de La cacciata dei mercanti dal tempio sulla controfacciata, episodi del Nuovo e Vecchio Testamento sulle pareti e nella volta del coro; il Martirio di San Sebastiano, nel braccio destro del transetto, e due cicli di tele dedicate alla Vita di Sant'Agata (sul soffitto) e alla Storia del rinvenimento della mammella della Santa (nella navata centrale, tra i finestroni). Carlo Malinconico, figlio di Nicola, oltre a ritoccare e riadattare alcuni dipinti del padre e firmare una Visitazione nel transetto, completerà l'apparato iconografico della chiesa con la serie degli Apostoli, degli Evangelisti, delle Virtù e dei Dottori della Chiesa.

Nel presbiterio, delimitato da una balaustra marmoria, s'innalza un maestoso altare maggiore in marmi policromi opera dell'artista bergamasco Cosimo Fanzago. Intorno alla macchina d'altare sono la Cattedra vescovile ed il grande Coro in legno di noce con quarantuno stalli. Tra gli altri arredi degni di nota sono il pulpito, intagliato dal tedesco Giorgio Aver, e il fonte battesimale.

Nessun commento:

Posta un commento